Non si ha ancora un vaccino definitivo, ma un (ottimo) candidato.
L’Università di Oxford sta studiando e sviluppando un nuovo vaccino anti-SARS-CoV-2 da distribuire – si spera – in autunno in tutta Europa. La sperimentazione con AZD1222, questo il nome del candidato, è stata annunciata circa un mese fa dal Regno Unito grazie alla partecipazione di 10.000 volontari adulti. Attualmente in corso e in Fase Clinica III, AZD1222 potrebbe essere la soluzione definitiva al Covid-19 in molti Paesi colpiti duramente, tra cui l’Italia, prima firmataria del contratto per la distribuzione delle prime dosi prodotte da AstraZeneca. Oltre a questo primato, l’Italia risulta protagonista attiva nella ricerca scientifica in quanto, fianco a fianco con Oxford, sta lavorando l’azienda Advent Irbm di Pomezia, una punta di diamante del Centro Italia nello sviluppo e nella produzione dei vaccini.
Come è stato creato il vaccino?
Formalmente chiamato ChAdOx1 nCoV-19, l’AZD1222 è stato sviluppato a partire da un altro virus (il ChAdOx1, da cui prende il nome ufficiale), che risulta essere una versione attenuata del virus del raffreddore (Adenovirus). Il virus, che causa infezione negli scimpanzé, è stato geneticamente modificato per non essere in grado di infettare l’uomo. Al ChAdOx1 è stato poi aggiunto il pezzettino del genoma di SARS-CoV-2 che da l’informazione per la codifica della proteina S (la Spike protein). Questa glicoproteina S è responsabile del legame virus-uomo, poiché riconosce il recettore ACE2 presente sull’epitelio respiratorio e permette così al virus di entrare nelle cellule umane e riprodursi, provocando i classici sintomi del Covid-19.
Come funziona il vaccino?
L’idea alla base è quella tipica dei vaccini, ovvero fornire un’immunità acquisita.
Questa risposta immunitaria, detta anche adattativa, è fondamentale per difendere l’organismo da qualsiasi agente ritenuto pericoloso (inclusi quindi i virus) e, inoltre, permette all’organismo di “ricordare” il patogeno.
Il vaccino, tramite un corriere innocuo (la sfera azzurra della Fig.1), presenta all’organismo la proteina S del Coronavirus (i triangoli rossi) con lo scopo di creare una memoria a lungo termine. In questo modo, l’organismo ricorda e riconosce la stessa proteina una seconda volta, attivando una risposta sistemica più veloce ed efficace. Essendo una linea di difesa, le cellule del sistema immunitario (soprattutto linfociti), attaccano tutto ciò che viene riconosciuto come “esterno” (non-self). La vaccinazione con ChAdOx1 nCoV-19 (AZD1222) potrebbe permettere quindi, in modo sicuro, di introdurre nell’organismo un pezzetto di Coronavirus non virulento che verrà tenuto in memoria. In caso di reale infezione da SARS-CoV-2, il sistema immunitario sarà in grado di ricordare la proteina (stessi triangoli), riconoscerla e attaccare l’intero patogeno (sfera arancione), eliminando il virus, impedire l’ingresso nelle cellule ed evitare una seconda pandemia.
Riferimenti bibliografici
- http://www.ox.ac.uk/news/2020-05-22-oxford-covid-19-vaccine-begin-phase-iiiii-human-trials
https://www.nih.gov/news-events/news-releases/investigational-chadox1-ncov-19-vaccine-protects-monkeys-against-covid-19-pneumonia
https://www.precisionvaccinations.com/vaccines/azd1222-sars-cov-2-vaccine
https://www.repubblica.it/cronaca/2020/06/13/news/coronavirus_vaccino_italia-259122234/?refresh_ce