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Marzo 15, 2020

COVID-19: il piano terapeutico

Nelle ultime settimane l’incremento delle infezioni da Coronavirus ha molto preoccupato la comunità scientifica e la pubblica opinione; COVID19, malattia virale di SARS-CoV-2 è sintomatologicamente molto simile ad un’aggressiva influenza. Non tutti però elaborano e manifestano la malattia allo stesso modo; in soggetti sani, senza patologie pregresse questa si palesa con una sintomatologia influenzale o addirittura spesso assente (soggetti asintomatici) che rende la diagnosi molto difficile e complessa. Tuttavia, in pazienti molto anziani con patologie croniche, come immunodeficienze, diabete, malattie respiratorie e malattie oncologiche, COVID-19 può innescare una serie di complicanze di carattere clinico difficili da trattare. La gravità dell’infezione è infatti quasi sempre associata ad un coinvolgimento delle basse vie aeree tramite un polmonite interstiziale acuta (AIP).

Nei soggetti che manifestano COVID-19 senza un eccessivo sovraccarico del sistema respiratorio la terapia oggi in uso è risolutiva. È infatti di primaria necessità curare la sintomatologia, non essendo ancora stata trovata una vera terapia per COVID19, tramite ventilazione meccanica (per prevenire un possibile lockdown polmonare), somministrazione di cortisone, e un cocktail sperimentale di farmaci antivirali e antimalarici.

Tra i farmaci antivirali utilizzati è di interesse mondiale il Ramdesivir, un antivirale che appartiene alle classe degli analoghi nucleotidici, precedentemente utilizzato per il trattamento di Ebola. Il farmaco che ha superato con margine i test di laboratorio sembrerebbe essere un potente antivirale contro una vasta gamma di virus a RNA. Ramdesivir è stato classificato come un analogo dell’adenosina, che si inserisce in catene di RNA virale e provoca l’interruzione prematura del processo di replicazione.

Tra gli antimalarici invece, risulta molto efficace Clorochina, un farmaco pensato contro la malaria ma che si è rivelato di notevole aiuto nelle terapie di COVID-19. Clorochina, utilizzata recentemente come farmaco antivirale ad ampio spettro è in grado di bloccare l’infezione del virus aumentando il pH endosomiale (necessario per la fusione del virus con le cellule) nonché di interferire con la glicosilazione dei recettori cellulari di SARS-CoV-2.

Studi in vitro hanno invece dimostrato che i farmaci ACE-Inibitori sembrerebbero di aiuto nel computo terapeutico totale dei pazienti; infatti secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Reviews Cardiology il virus «sfrutterebbe» l’enzima ACE2 (che favorisce l’aumento della pressione sanguigna) per penetrare nelle cellule dei tessuto cardiaco (miociti) e polmonare (pneumociti). Risulta quindi evidente che la funzione “vettoriale” di ACE2 utilizzata dal virus va quindi limitata. Infatti più vettori ACE2 vengono sfruttati dal virus più è alto il rischio di compromettere il sistema respiratorio. L’utilizzo di ACE-inibitori andrebbe quindi a disattivare i recettori ACE2 rendendo difficile al virus provocare severe crisi respiratorie. L’AIFA ha però chiarito che in merito all’ipotesi di utilizzare farmaci ACE-inibitori e sartani anche in persone sane a fini profilattici, è opportuno ricordare che tali farmaci vanno utilizzati esclusivamente per il trattamento delle patologie per le quali vi sia un’indicazione approvata e descritta nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e Foglio Illustrativo.

Nei pazienti con una conclamata AIP, il primo passo terapeutico sarebbe la ventilazione meccanica e l’intubazione volta proprio a preservare la funzionalità polmonare. Nelle polmoniti interstiziali acute da COVID-19, la cui prognosi sarebbe fatale nel 60% dei casi, la somministrazione aggressiva di corticosteroidi non sarebbe sufficiente.

Per questa categoria di pazienti tuttavia, si è rivelato fortemente efficace l’utilizzo di un farmaco solitamente usato nel trattamento dell’artrite reumatoide (AR) e dell’artrite idiopatica giovanile sistemica; il tocilizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato.

Il tocilizumab è un farmaco immunosoppressore attivo contro il recettore dell’interleuchina-6 (IL-6R). L’interleuchina-6 (IL-6) è una citochina che gioca un ruolo importante nella risposta immunitaria ed è implicata nella patogenesi generale di molte malattie.

Sarebbe proprio l’Interleuchina-6 ad essere coinvolta nelle polmoniti acute interstiziali, essendo il principale vettore dell’infiammazione polmonare prodotta da Coronavirus. L’azione farmacologica di tocilzumab sarebbe proprio quella di neutralizzare IL-6 disattivandone la funzionalità infiammatoria. Il farmaco, sebbene non sia stato sintetizzato per essere efficace su COVID19, andrebbe però a beneficiare sui suoi effetti in quanto già dopo 24-48 ore dalla sua somministrazione migliorerebbero le condizioni respiratorie del paziente e il suo quadro clinico generale.

La terapia per i malati di COVID-19 avrebbe quindi intrapreso una positiva svolta, in attesa ovviamente di un efficace vaccino.

Federico Ricerca

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/trasmissione-prevenzione-trattamento

https://www.ohga.it/polmonite-interstiziale-acuta-cause-sintomi-e-aspettative-di-vita/#le-cause

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/cardiologia/coronavirus-i-pazienti-ipertesi-non-devono-sospendere-le-cure

https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/coronavirus-parla-ascierto-tocilizumab-risultati-importanti/ADz44AD

https://www.nature.com/articles/s41422-020-0282-0?fbclid=IwAR0mSg5MhcOMtHVwXqDJQY52a-ulJ_m4s6xP3qXFoPh7woPzYAIhtaLQaiQ

https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/malattie-polmonari/pneumopatie-interstiziali-diffuse/polmonite-interstiziale-acuta?fbclid=IwAR2B0ZBoOo6bDjTo5k1tfDdWcKmgn84nhsUyw72qNgeoVVGOTT7DBRooOds

https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=82465&fbclid=IwAR0JTCV1PCI-CBdcB3V28UNh5Q2A5LgsQE_ofe1X6914A-8xyY5IZ8PHCyw

Coronavirus
About Federico Ricerca
Studente di medicina. Appassionato di chirurgia, biologia e divulgazione scientifica.
2 Comments
  1. Articolo molto interessante! Vedremo nei prossimi giorni quale di queste alternative terapeutiche sarà vincente….

  2. Tramite i mass media avevo appreso l’introduzione del tocilizumab ma ero ignara della somministrazione degli Ace inibitori.

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