La depressione è un disturbo dell’umore che altera la sfera affettiva e cognitiva dell’ individuo che ne soffre e la relativa vita sociale distinta da ciò che s’intende da generica demoralizzazione e tristezza.
Più antica di quanto si immagina, si fa riferimento alla depressione già da Omero che nell’Iliade descrive con minuzia la malinconia di Bellerofonte e la profonda disperazione, culminata nel suicidio di Aiace Talamonio.
Cos’è la depressione?
Si considera come un disturbo dell’umore caratterizzato da una mancanza della flessibilità di quest’ultimo.
Nella quotidianità l’umore oscilla tra uno stato di “up” in relazione agli eventi favorevoli e piacevoli per l’individuo e stati di “down” nel momento in cui il soggetto vive episodi spiacevoli. Chi soffre di depressione non presenta più questa flessibilità e il suo umore flette sempre verso lo stato di “down”.
Secondo gli studi di Beck e Alford (2009) vi sono altre componenti oltre l’alterazione dell’umore che influenzano tale disturbo, tra cui:
- Alterazione dell’umore: tristezza, solitudine, apatia.
- Un concetto di sé negativo associato a rimproveri e auto-colpa.
- Desideri regressivi e auto-punitivi: desideri di fuggire, nascondersi o morire.
- Cambiamenti vegetativi: anoressia, insonnia, perdita di libido.
- Cambiamento nel livello di attività: ritardo o agitazione.
Quali sono le cause?
In continua evoluzione, la comprensione della natura e delle cause alla base della malattia risulta tuttora incompleta. Altri fattori che possono favorire la manifestazione includono componenti psicologiche, psicosociali, ambientali, ereditari, evolutive e biologiche. L’uso cronico, il misuso e l’abuso di alcuni farmaci e/o sostanze è noto per causare e peggiorare i sintomi depressivi.
La maggior parte delle teorie biologiche si concentrano su alterazioni della neurotrasmissione principalmente di monoamine quali: serotonina, dopamina e noradrenalina, che sono naturalmente presenti per facilitare la comunicazione tra i neuroni, definendo la cosiddetta sindrome monoaminergica.
Epidemiologia
In Italia la depressione colpisce, secondo uno studio condotto congiuntamente dalla AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, circa undici milioni di persone, che quotidianamente assumono farmaci contro tale patologia, quasi il 20 per cento della popolazione, con una incidenza di quattro volte la media europea.
In linea generale la depressione interessa la fascia di età che va dai 14 ai 44 anni con un picco bimodale tra i 15-19, 25-29. I soggetti maggiormente colpiti sono di sesso femminile sia in virtù di situazioni particolarmente precipitanti quali: parto, menopausa, periodi premestruali ma anche di fattori psicosociali.
Eziopatogenesi
Tra gli aspetti eziopatogenici, ha un ruolo rilevante ma non determinante il genotipo. Rilevante, di fatti è l’alterazione genetica del human serotonin trasporter che esiste in due forme: short (S) e long (L).
Si è osservato che l’eterozigosità dell’allele short aumenti la probabilità di manifestare una sindrome depressiva percentuale che aumenta se è presente un genotipo omozigote.
La familiarità è un altro elemento che influenza la patogenesi di tale affezione. Si osserva che bambini di genitori depressi presentano un’insorgenza di 8 volte superiore rispetto a un bambino di genitori non depressi. Questo è dovuto dal fatto che si instauri un rapporto alterato tra genitore depresso e figlio predisposto.
Una personalità morbosa (ossessiva, isterica), il coping (abilità di fronteggiare situazioni stressanti) e un temperamento depressivo (bassa autostima, insicurezza e introversione) sono tutti elementi precipitanti la sindrome depressiva.
Tra gli aspetti a carattere psicosociali che influenzano la patogenesi ritroviamo:
- Perdita di un genitore prima degli 11 anni o separazione di un genitore;
- Ambiente familiare disturbato;
- Episodio di abuso sessuale.
Al di là dell’ipotesi monoaminergica citata precedentemente ritroviamo altri fattori che circoscrivono la manifestazione:
- Esposizione a fattori di stress: nei pazienti depressi vi è un’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene evidente soprattutto nell’adulto piuttosto che nel bambino
- Elevati livelli di cortisolo: caratterizzano la sintomatologia determinando insonnia, diminuzione dell’appetito, ipertensione.
- Alterazioni di plasticità neuronale: con l’incremento dei stressor factor si osservano delle alterazione della citoarchitettura neurologica come la diminuzione delle spine dentritiche e una riduzioni di fattori neurotrofici come BDNF (Brain derivedneurotrofic factor) che ha un ruolo essenziale sia nel differenziamento, nella crescita e sopravvivenza neuronale.
Sintomatologia
Per ciò che concerne la sintomatologia, il quadro clinico è molto variegato con interesse della sfera: cognitiva, affettiva, somatica e comportamentale. Distinguiamo infatti:
- Un’area affettiva-emotiva in cui prevale: umore depresso, scoraggiamento, inettitudine, pessimismo. Il dolore, elemento cardine, è difficile da definire in quanto aspetto soggettivo, persistente e immodificabile. Segue l’ anedonia, non meno importanti la perdita della comicità e dell’affettività mentre diventano preponderanti il sentimento di colpa,inutilità, ansia e angoscia.
- Un’area piscomotoria in cui l’individuo diventa astenico, irrequieto, amimico fino agli stati più gravi dove si osserva uno stato di stupor.
- Un’area cognitiva: vi osserva difficoltà nel mantenere la concentrazione e l’attenzione per periodi prolungati e si osservano deficit di memoria.
- Un’area somato-sensitiva: il soggetto può perdere l’appetito con perdita di peso progressiva in poco tempo,lamentare cefalea, disturbi gastrointestinali, disturbi del sonno.
Distinguiamo due quadri clinici di depressione: la maggiore o anche definita melanconica e la depressione minore. La prima differisce dalla seconda in quanto ha un’insorgenza brusca, background familiare , il decorso risulta essere episodico e spesso ricorrente.
Il paziente depresso tende ad incolparsi di qualunque evento spiacevole che si verifica e considera a morte come una via di fuga,una sorta di liberazione dal travaglio che sta vivendo. Dal punto di vista terapeutico hanno una maggiore valenza i farmaci piuttosto che la terapia psico-comportamentale.
Diverso nelle caratteristiche è la depressione minore. E’ possibile osservare un umore depresso con tristezza ed abbattimento ma non dolore come nella melanconia. Il paziente è irrequieto, soffre di insonnia, ha vuoti di memoria e difficoltà nel concentrarsi, tende ad incolpare terzi per via della sua situazione e la morte viene utilizzata a carattere “dimostrativo” infatti utilizza metodiche meno efficaci come tagliarsi le vene. Il decorso è cronico o sub-cronico e si osserva una migliore risposta alla psicoterapia.
Terapia
I familiari e gli amici hanno un ruolo importantissimo che non dev’essere sottovalutato. Ascoltare con pazienza, offrire calma e compagnia e rassicurare la persona depressa ma soprattutto consigliare di rivolgersi a uno specialista anzi accompagnarlo e supportarlo in questa decisione è di notevole aiuto.
Si consiglia evitare di criticare o indurre la persona depressa a reagire ma soprattutto di evitare di manifestare dubbi e perplessità riguardo la terapia e il supporto che questa sta seguendo.
Dal punto di vista terapeutico a seconda del quadro clinico che si interfaccia con lo specialista, bisognerebbe creare una terapia ad hoc per il paziente caratterizzata dall’utilizzo di farmaci, psicoterapia o entrambi, secondo lo schema che si ritiene più opportuno.
Esiste uno spettro notevolmente ampio di farmaci che possono essere somministrati dagli antidepressivi triciclici come amitriptilina agli inibitori selettivi della reuptake di serotonina (fluoxetina, citolapram), IMAO, inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina (la duloxetina), NARI, NASSA, ed altri.
Tutte le classi di farmaci si sono mostrate efficaci nel trattamento. Nelle forme resistenti, si possono utilizzate associazioni con stabilizzanti dell’umore (es litio, valproato, carbamazepina, oxcarbamazepina, gabapentin) e liddove si hanno sintomi psicotici si possono associare antipsicotici.
Per quanto riguarda la psicoterapia può essere ad orientamento:
- Cognitivo: in cui le sedute che si compongono dalle 16 alle 20, si focalizzano su alterazioni cognitive come la paranoia;
- Interpersonale: in cui ci si focalizza sulle interazioni sel paziente con il partner e i familiari;
- Ad orientamento psicodinamico: ha come obiettivo quello di ristrutturale gli eventi, queste sedute si perpetuano per molto più tempo.
Definita come buco nero della psichiatria, gli studi riguardanti questa patologia sono in continuo aggiornamento, per quanto sembra possa sembrare organica la conoscenza della depressione, questa è solo un granello di sabbia.
Valentina Trombetta
Bibliografia:
- https://www.istitutodipsicopatologia.it/storia-della-depressione/
- https://psicologi-online.it/test-depressione/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_depressivo