È una corsa contro il tempo. Aziende, università ed enti di ricerca stanno mettendo in campo risorse con una velocità e un’entità senza precedenti. Tutti sono alla ricerca di un vaccino efficace nella prevenzione da COVID19, la malattia causata dal virus “SARS-CoV-2”, che ha ucciso ormai più di 118 mila persone in tutto il mondo e ne ha contagiate quasi 2 milioni. Vediamo di capirci qualcosa.
Che cos’è un vaccino?
I primi tentativi di vaccinazione risalgono al lavoro del medico inglese Edward Jenner (1749-1823), il quale notò che gli allevatori di bestiame che avevano contratto il vaiolo bovino, erano meno suscettibili all’infezione da vaiolo umano. Provò quindi a vaccinare i soggetti utilizzando materiale proveniente dalle pustole infette degli animali malati. Da qui il termine “vaccinazione”. Le successive osservazioni di Louis Pasteur (1822-1895) aprirono la strada a una serie di studi e scoperte che ci permettono oggi di proteggerci da svariate malattie causate da virus. I vaccini attualmente utilizzati contengono solitamente versioni depotenziate o inattivate di agenti virali. Questo basta al nostro organismo per sviluppare anticorpi specifici che, nella maggioranza dei casi, ci impediranno di sviluppare la malattia in futuro. Ampliando la nostra prospettiva, affinché un virus possa essere debellato, almeno il 95% della popolazione deve essere immune, bisogna cioè raggiungere l’immunità di gregge. Questo risultato può essere ottenuto seguendo due vie: la prima è quella di lasciar ammalare una buona parte della popolazione. Sappiamo però che, nel caso di SARS-Cov-2, questo significherebbe far collassare i sistemi sanitari di tutto il mondo e sacrificare un numero altissimo di vite umane. La seconda via è invece quella della vaccinazione di massa.
A che punto siamo con la ricerca?
Allo stato attuale risultano 115 vaccini candidati, di questi solo cinque si trovano in una fase di sperimentazione clinica. Si tratta per lo più di inoculare un numero ristretto di persone per poter dimostrare la sicurezza della procedura e l’assenza di effetti collaterali. Solo in un secondo momento si potrà effettivamente testare l’efficacia del vaccino nello stimolare una risposta immunitaria specifica. Uno degli approcci è quello di far produrre al nostro organismo degli anticorpi diretti contro la proteina “Spike”. Questa viene infatti utilizzata dal Coronavirus per entrare nelle cellule dell’epitelio respiratorio, in questo modo la proteina verrebbe “incappucciata”, impedendo così l’ingresso del virus. Un contributo fondamentale deriva dai lavori già portati avanti per Ebola e SARS negli anni precedenti, questi potrebbero rappresentare un buon punto di partenza.
Che cosa accadrà nei prossimi mesi?
Il tempo medio per lo sviluppo di un vaccino è di circa 1o anni. Le stime più ottimistiche prevedono però che le prime dosi potrebbero essere disponibili già nel primo trimestre del 2021. Sembra infatti che le prime fasi della ricerca stiano procedendo con ritmi straordinari. Sarà sicuramente un percorso in salita e bisognerà soppesare scrupolosamente rischi e benefici. Sarà inoltre necessario mettere in campo ingenti quantità di risorse finanziarie. A tal proposito molte multinazionali farmaceutiche si sono rese disponibili a sostenere le aziende più piccole, soprattutto nelle ultime fasi di sviluppo, che risultano essere le più costose. In ultimo sarà fondamentale il lavoro di cooperazione tra i soggetti che attualmente sono impegnati nello sviluppo di un vaccino, la competizione dovrà lasciare spazio alla condivisione.
Cosa fare nel frattempo?
Ciò che possiamo fare per adesso è cercare di arginare la diffusione del contagio con gli strumenti che abbiamo a disposizione, primo fra tutti il distanziamento sociale. Dovremo abituarci a questa condizione e probabilmente le nostre vite non torneranno ad essere come prima, almeno non nel breve periodo. Le nostre azioni quotidiane dovranno essere svolte con un’ottica diversa. Andare al ristorante o al cinema, non sarà più lo stesso, bisognerà infatti mantenere le distanze interpersonali ed evitare gli assembramenti.Un sacrificio davvero enorme per un animale sociale come l’Uomo, uno sforzo che però darà il tempo agli scienziati di progredire nelle loro ricerche e che ci permetterà di vincere questa battaglia.
Bibliografia
- https://www.worldometers.info/coronavirus/
- https://www.grupposandonato.it/news/2020/aprile/coronavirus-immunita-gregge
- https://www.nature.com/articles/d41573-020-00073-5
- https://www.hhs.gov/about/news/2020/03/30/hhs-accelerates-clinical-trials-prepares-manufacturing-covid-19-vaccines.html
- https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0057755
- https://science.sciencemag.org/content/367/6485/1407
- http://www.euvaccine.eu/vaccines-diseases/vaccines/stages-development
Articolo molto interessante!
Bravo Emmanuele. Efficace é molto chiaro nella comprensione.