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Marzo 20, 2020

Anatomicamente diversi: diamo valore alle differenze.

I progressi compiuti dalla Medicina di Genere hanno permesso di analizzare il significato di due termini fondamentali: uguaglianza ed equità.

Se il primo rende l’idea del “dare a tutti la stessa cosa”, il secondo offre una strada del “dare ciò di cui si ha bisogno” e ponendo ogni individuo nelle condizioni ottimali per poter affrontare la sua vita.
Inoltre risulta essere ampio il contributo dato dalla Medicina di Genere al fine di evitare l’accorpamento (nell’aspetto sociale o fisiologico o terapeutico) della donna all’uomo e permettendo, dunque, di evidenziarne le sue specificità.
Questo articolo ha lo scopo di evidenziare i progressi compiuti dalla politica della salute.

1. Sesso e Genere

Il termine “Sesso” indica “Il complesso dei caratteri anatomici, morfologici, fisiologici (e negli organismi umani anche psicologici) che determinano e distinguono tra gli individui di una stessa specie, animale o vegetale, i maschi dalle femmine”.
Genere” invece delinea “nel linguaggio comune, l’insieme dei caratteri essenziali per cui una cosa è simile ad altre o differisce da altre” oppure “il maschile e il femminile, intesi come risultante di un complesso di modelli culturali e sociali che caratterizzano ciascuno dei due sessi e ne condizionano il ruolo e il comportamento”.
Sono evidenti le sottili, ma forti, sfumature di significato che intercorrono tra due parole apparentemente simili, ma molto differenti.

2. Perché è importante la Medicina di Genere nell’ambito della salute?

Tendenzialmente, nella storia della Medicina, gli studiosi hanno sempre associato anatomicamente la figura dell’uomo a quella della donna, parlando del funzionamento, della morfologia, come se fosse tutto indistinto.
Pochi sono i riferimenti ad hoc riservati alla donna nei suoi tratti essenziali, limitatamente all’apparato urinario e, nel dettaglio, quello riproduttivo.
La donna dunque è sempre stata identificata con la sua capacità di generare prole, di aumentare esclusivamente la densità della popolazione e ignorando gli aspetti più intimi che la caratterizzano. La Medicina di Genere ha ridato valore all’aspetto anatomico, in primis, e lo ha messo in comunicazione con quello sociale.
La Medicina non può essere neutrale, ma deve focalizzare la sua attenzione sugli aspetti propri della donna e dell’uomo, garantendo delle prestazioni sanitarie che siano adeguate alle loro necessità e migliorando, di conseguenza, i risultati che possono essere raggiunti.

3. Come ha inciso la Medicina di Genere sulla vita della donna?

I due sessi, come è possibile immaginare, non presentano delle differenze esclusivamente legate all’anatomia che li compone, bensì anche nella manifestazione di patologie che, proprio per la loro singolarità nella donna, sono state ignorate dalla scienza fino a circa due decenni fa e che ora iniziano ad emergere come evidenze scientifiche che saranno un modello per la medicina del futuro.

In Italia, la mortalità per malattie cardiovascolari (cardiache e cerebrali) è del 48,4% nelle donne e del 38,7% negli uomini”, tuttavia nella donna lo scompenso cardiaco ha delle caratteristiche diverse e nella terza età colpisce di più rispetto agli uomini.

La prevalenza della demenza di Alzheimer è significativamente maggiore nelle donne. Negli Stati Uniti quasi due terzi dei malati con demenza di Alzheimer sono donne”. Il primo determinante biologico è dato dagli ormoni sessuali che esercitano un effetto neurotrofico nel corso di tutta l’esistenza dell’individuo; seguono fattori ambientali e socio-culturali, che vedono la donna ancora una figura esclusivamente legata alla quotidianità familiare e che le impedisce, talora, di dedicarsi all’attività fisica o seguire una dieta coerente con le sue esigenze.

L’ambito delle malattie respiratorie costituisce uno degli argomenti più interessanti nell’ambito della Medicina di Genere poiché si sta assistendo ad una forma di “femminilizzazione” di alcune patologie che fino a poco tempo fa erano “prerogativa” maschile: l’aumento del numero di donne che fumano, seguito da un repentino blocco delle stesse rispetto a questa abitudine (sono maggiori le percentuali di donne, rispetto agli uomini, che smettono di fumare), non le preserva da un quadro sindromico molto severo nei loro confronti con deterioramento delle capacità respiratorie.

Tutti questi ambiti di ricerca sono inoltre approdati ad una verità importante: donne e uomini, proprio per le differenze non sottovalutabili che li distinguono, hanno manifestazioni patologiche differenti, necessità farmacologiche che richiedono un’analisi rigorosa della fisiologia nei due sessi e obiettivi da perseguire che meritano essere assolti senza sconti.
Compito principale di tutte le figure sanitarie è quello di adeguare le proprie conoscenze e competenze ai bisogni della paziente o del paziente, differenziando le prestazioni da erogare per la donna e per l’uomo.

La Medicina di Genere è quel collante necessario affichè XX e XY possano procedere parallelamente, ma in modo autonomo.

Medicina di Genere ,
About giuliacarr@virgilio.it
Sono Giulia Carrino, studentessa del primo anno di Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Ferrara. Sono nata a Nardò, un paese in provincia di Lecce, a cui sono molto legata per i suoi colori e per la leggerezza dei suoi paesaggi.
One Comment
  1. Bellissimo articolo! Complimenti!

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